Specificità
Una caratteristica specifica della nostra Scuola, impegnativa ma professionalizzante e molto apprezzata anche all’esterno, è il fatto di garantire una formazione non soltanto teorico ma anche applicativa: infatti nel terzo e nel quarto anno gli allievi si sperimentano nella pratica psicoterapeutica, sotto la supervisione sistematica dei docenti. Ciò avviene nel Centro Clinico, detto Centro di Prevenzione e Intervento (CePI) della Scuola ove si svolgono cicli di terapia breve sostanzialmente gratuiti per i pazienti.
Realizziamo tale modalità dal 2000 e abbiamo avuto modo di rilevare la svolta potente che la stessa contribuisce a dare all’apprendimento e alla professionalizzazione degli allievi.
Il Centro clinico costituisce, altresì, un fiore all’occhiello per la Scuola e per l’Università Pontificia Salesiana perché i risultati della ricerca vengono pubblicati e presentati a convegni nazionali ed internazionali.
Obiettivi formativi
In linea con le finalità della FSE, la Scuola intende favorire una qualificata tutela e promozione della salute mentale e una efficace realizzazione della terapia dei disturbi psichici, sia in persone singole che in sistemi educativi (famiglia, scuola, etc.); mira anche a promuovere, in campo psicologico, l’integrazione tra teoria e prassi nel¬le attività accademiche e la sperimentazione di nuove procedure di azione e di intervento, di tipo preventivo e terapeutico.
Modello antropologico
Segue un modello umanistico-personalistico, con un approccio integrato che si focalizza principalmente sugli orientamenti “esperienziale”, “analitico-transazionale”, “cognitivo”, “interpersonale” e “psicodinamico”. Il modello teorico-clinico dell’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva, elaborato negli anni dal prof. Pio Scilligo e dai suoi collaboratori, costituisce oggi un riferimento importante per la scuola perché in linea con l’anzidetto approccio integrato. I principi guida della Scuola sono: la centralità della persona (i modelli psicologici sono strumenti al servizio della persona), l’importanza del suo essere agente (il cambiamento è nelle mani del paziente, non del terapeuta), il rispetto della libertà di ciascuno e della sua responsabilità nei confronti di sé e degli altri (è possibile cambiare intervenendo sui condizionamenti di natura genetica e contestuale). In ultima analisi, la Scuola propone la costruzione di un intervento clinico centrato sulla persona, co-creatrice delle modalità di intervento e responsabile del proprio processo di cambiamento.